Esistono tre specie/tipi principali di canapa o cannabis, rispettivamente sativa, indica e ruderalis.
Da qui in avanti utilizzeremo il termine “Canapa” per identificare le genetiche ad uso tessile/industriale e “Cannabis” per tutte le altre. Chiariamo subito che da un punto di vista botanico non vi è alcuna differenza. È sempre la stessa pianta di cui esistono diversi genotipi. Scopriamoli insieme.
Grazie alle pratiche di briding/allevamento son state selezionate nel tempo varietà con diverse caratteristiche e qualità atte a soddisfare le ingenti richieste del mercato. Andiamo dalle varietà di Canapa tessile/industriale a quelle di Cannabis utilizzate in abito farmaceutico; le prime hanno un basso tenore di THC normato dalle istituzioni e sono impiegate nella produzione di materiali edilizi, vestiario, alimenti, integratori, plastiche biodegradabili, carburanti, batterie e tanto altro, le seconde la cui produzione è gestita dalla stato hanno concentrazioni medio alte di delta-9-tetraidrocannabinolo e sono prescritti in ambito medico per curare/alleviare i sintomi di diverse malattie croniche. Il fiore della canapa è costituito da una resina che a seconda dei casi può contenere fino a 60 cannabinoidi, 100 terpenoidi e 20 flavonoidi.
Tra i cannabinoidi più studiati e conosciuti abbiamo oltre al THC anche il CBD. Ma ne esistono tanti altri non meno importanti che la scienza sta ancora indagando.
Principali cannabinoidi: cannabigerolo (CBG); cannabicromene (CBC); cannabidiolo (CBD); delta-9-THC (D-9-THC); delta-8-THC (D-8-THC); cannabinolo (CBN); tetraidrocannabivarina (THCV).
I terpeni sono miscele di sostanze che conferiscono a ogni fiore o pianta un caratteristico odore o aroma.
Principali terpeni: beta-mircene; beta-cariofillene; d-limonene; linalolo; pulegone; 1,8-cineolo; alfa-pinene; alfa-terpineolo; terpinen-4-olo; p-cimene; borneolo; delta-3-carene; beta-farnesene; alfa-selinene; fellandrene; piperidina.
I flavonoidi svolgono il ruolo di pigmenti vegetali, tra le loro caratteristiche c’è quella di determinare i colori di fiori e frutti che attraggono così, in maniera naturale, animali impollinatori come le api. Sono conosciuti ed apprezzati per le loro proprietà nutraceutiche. Anche indicati con il termine di vitamina P sono potenti antiossidanti, garantiscono un buon funzionamento del sistema immunitario e del fegato; hanno un ruolo preventivo nei confronti di diverse patologie, da quelle cardiovascolari e infiammatorie fino a quelle tumorali. Sono in grado di compensare i danni provocati dai radicali liberi, correlati con molte patologie cronico-degenerative. Le radici della pianta di canapa sintetizzano particolari flavonoidi allo scopo di alimentare specifiche famiglie batteriche simbionti che a loro volta agevolano lo scambio di nutrienti con il terreno oltre a fissare l’azoto atmosferico.
I principali flavonoidi: Cannaflavine A, B, e C; β-sitosterolo; Vitexina; Isovitexina; Apigenina; Campferolo; Quercetina; Luteolina; Orientina
Uno dei cannabinoidi più presenti nella resina dei fiori legali di canapa oggi in commercio è il CBD. Il cannabidiolo (CBD) ha importati risvolti terapeutici e diversamente dal THC non è psicotropo.
È in grado di regolare gli effetti del THC e degli altri cannabinoidi. Questo suggerisce l’esistenza di una sinergia tra i cannabinoidi, la quale potrebbe accrescere l’efficacia dei protocolli terapeutici. In ciò riscopriamo l’importanza del fitocomplesso, ossia dell’attività curativa complessiva che le componenti presenti all’interno di una sostanza, che sia essa un fiore o un alimento, possono generare. Ecco che diviene necessario riconsiderare e studiare, non solo isolandoli singolarmente quanto anche in sinergia con il fitocomplesso, gli effetti terapeutici che potrebbero avere anche tutti gli altri componenti della canapa/cannabis quali i terpeni, i flavonoidi e tutto quanto ancora c’è da scoprire.